Pubblicato su businesscelebrity.it
di Francesco Fravolini
Per ogni situazione della vita puoi scegliere il vino adatto: lo spumante di valore per un primo appuntamento, il vino rosato per un incontro tra amiche, il vino rosso complesso e corposo per una bella serata d’inverno con il proprio partner, un vino da meditazione per una coccola.
Crede nella moda, scommette sulla comunicazione, studia nuovi linguaggi culturali, coinvolge le persone in maniera originale. Cornelia G. Hassmüller, fondatrice e titolare di Milano Wine Affair, durante un lungo periodo professionale trascorso nella moda come manager e consulente nel campo dell’editoria – fino a diventare CEO per 15 anni di Fashion Magazine – acquisisce competenze nell’ambito manageriale, commerciale, marketing e comunicazione. A piccoli passi comincia quello che potremmo definire il lungo cammino verso il nuovo traguardo professionale.
Decisa, convinta, motivata vuole intraprendere un percorso di formazione internazionale in ambito vinicolo, con il quale rafforzare la preparazione per aprire una società, un sogno custodito da sempre nel suo cassetto personale. È fortemente presente nella cultura di Hassmüller la potenzialità del brand “vino” come veicolo di comunicazione e di coinvolgimento per coloro che intendono appassionarsi. Conoscere è d’altronde un’occasione per condividere momenti di vita sociale, nei quali è fondamentale accettare il confronto dialettico che conduce al dialogo costruttivo.
La grande passione per il vino, coltivata a partire dalla sua adolescenza, si trasforma in una vera e propria scintilla che accende l’idea artistica di Hassmüller: valorizzare la bevanda di Bacco in termini economici. Crede fermamente che le aziende vinicole possano conquistare mercati stranieri, proprio attraverso azioni di marketing capaci di aumentare le esportazioni. Approfondire la conoscenza del settore enologico e studiare l’opportuna comunicazione diventano le materie da imparare a perfezione per essere preparata a immaginare, organizzare, proporre eventi ad hoc in grado di valorizzare il vino.
Entusiasta della sua scelta che evidenzia la straordinaria importanza del lavoro – dove passione e preparazione consentono di raggiungere gli obiettivi prefissati – Cornelia G. Hassmüller racconta la sua esperienza professionale. Senza dimenticare di proporre una nuova modalità di condivisione della vita, a beneficio della produttività economica.
La moda è un’espressione del nostro stato d’animo. Quali sono le peculiarità che intende valorizzare mediante la moda?
Quando lavoravo nell’editoria specializzata ho visto il grande potenziale della moda influenzare i processi cognitivi. Ed è proprio grazie alla moda che possiamo cambiare la percezione di noi stessi, della nostra identità, dei nostri valori, del mondo che ci circonda, migliorando l’autostima, le relazioni, il nostro benessere psicologico. Anche nel vino ci sono meccanismi simili perché per ogni situazione della vita puoi scegliere il vino adatto: lo spumante di valore per un primo appuntamento, il vino rosato per un incontro tra amiche, il vino rosso complesso e corposo per una bella serata d’inverno con il proprio partner, un vino da meditazione per una coccola. Non solo. Nel settore vino ci sono le mode. Pensiamo ai vini a basso impatto ambientale come gli Orange Wines oppure ai vini ancestrali (pet-nat) molto quotati in questo momento storico. Non possiamo dimenticare che la coltivazione dei vitigni subisce la moda come accade con i vitigni autoctoni. Negli ultimi anni tanti produttori hanno ridato vita a vecchi vitigni abbandonati, quasi estinti, per regalare emozioni originali. Soltanto per nominarne alcune: il timorasso, la nascetta, il ciliegiolo, la cococciola, il magliocco, il nerello cappuccio. Con i nostri eventi cerchiamo di rispecchiare questi sviluppi.
Il brand è un ottimo veicolo con il quale comunicare alle persone specifici argomenti. Quali canali usa maggiormente per divulgare la sua attività e per coinvolgere le persone?
Poiché la mia attività è molto varia, sono in contatto con diversi gruppi target; in primis le aziende (indipendentemente dal settore di provenienza), le agenzie di eventi, le cantine vinicole, le persone private, i cosidetti wine-lover. La pubblicità migliore è quando le persone sono contente dopo i nostri eventi; divertite e arricchite comunicano mediante il passaparola la propria esperienza ai loro contatti. Ovviamente questo non è sufficiente, per cui siamo attivi sui canali social (soprattutto Linkedin), sono membro della Camera di Commercio Italo-Germanica, la più importante associazione imprenditoriale bilaterale in Italia con oltre 700 membri solo a Milano. Non solo. Visito le fiere del settore del vino come VinItaly e ProWein per parlare direttamente con i titolari e i responsabili marketing e commerciali delle cantine, assaggiando con piacere qualche vino da proporre durante i miei eventi.
Dopo un lungo periodo trascorso nel mondo della moda, si appassiona del vino come bene da valorizzare. Perché decide di compiere questa scelta e quali sono le particolarità da valorizzare nel vino?
Ho passato un periodo molto importante della mia vita lavorativa nell’editoria della moda; un periodo di lavoro molto intenso, frenetico ma anche appagante. La moda ha un fascino speciale per la sua capacità di eterna innovazione e ricerca della bellezza. Con l’introduzione delle catene di fast fashion, purtroppo, insieme a tutte le conseguenze negative (sfruttamento delle risorse in un mercato globale, materie prime utilizzate, impatto sull’ambiente della moda usa e getta) la moda ha perso un po’ del suo appeal. Ma siccome la moda è in costante trasformazione, si allineerà nuovamente. Sono nata in Franconia (Nord Baviera), zona famosa per i suoi birrifici, ma anche per i suoi ottimi vini bianchi secchi nella zona di Würzburg. Da sempre ho il vino nel cuore e, da quando il mio vecchio lavoro mi ha portato in Italia, sono impazzita dalla varietà di vitigni autoctoni dal Nord al Sud e dai suoi legami con il territorio. Così è nato il desiderio di formarmi con i vari corsi (Sommelier Fisar, WSET) per poter realizzare il sogno nel cassetto. La cosa incredibile del vino è che non appena si parla della bevanda di Bacco (anche in ambienti totalmente estranei), le persone cominciano ad ascoltare interessate e hanno subito un grande sorriso sul loro volto. Questo è un potenziale enorme che vorrei sfruttare con la mia nuova professione.
È fondamentale studiare un evento perché è necessaria una pianificazione strategica. Come prepara gli eventi che organizza e quali strumenti preferisce per promuovere un dialogo appassionante?
Il bello del mio lavoro è proprio questo, si può esaudire la propria creatività. Ogni evento viene studiato ad hoc. Quando mi contattano per organizzare un evento, chiedo un racconto dettagliato sulle origini dell’azienda, sul motivo dell’evento, sul target di persone, sul messaggio commerciale eventuale, per tradurre tutto in una “Wine-Experience” multisensoriale, che coinvolge i partecipanti e comunica in modo innovativo.
Sarebbe originale scrivere un libro per raccontare aneddoti e curiosità che ha vissuto durante i suoi anni di attività?
Sarebbe un’idea bellissima! Certo, di curiosità e aneddoti ce ne sono davvero parecchi da raccontare.
Che tipo di modalità adotta quando presenta il suo brand e come intende promuovere un’interazione con le persone intervenute al convegno?
Milano Wine Affair impiega il fascino e il piacere del vino per creare esperienze multisensoriali da proporre durante eventi, seminari, attività di team building, intrattenimento e viaggi. Il nostro approccio tocca la sfera emozionale e coinvolge le persone che, con facilità e naturalezza, scoprono e mettono alla prova le risorse e le competenze individuali più nascoste. Possiamo interagire con ogni settore professionale e in ogni occasione d’incontro con business partner, clienti, fornitori e collaboratori. In questo modo la comunicazione, il coinvolgimento e la partecipazione attiva si intrecciano con il piacere e la cultura del vino.
Proporre nuove sfide imprenditoriali significa mettere in gioco la propria professionalità perché c’è una conoscenza del mercato. Come immagina il futuro del XXI secolo, nel quale siamo costretti a convivere con il Covid 19 che rallenta la crescita economica?
Sono convinta che una attività di nicchia come la mia possa avere un futuro. Le aziende hanno sempre più bisogno di realizzare eventi e contenuti su misura, per veicolare un messaggio preciso in modo divertente e investire sul rapporto con i collaboratori. Tante aziende che lavorano in home-office fanno lunghe riunioni con Zoom e i collaboratori sono annoiati. Introducendo una wine-experience (anche in modo virtuale, con i vini spediti prima a casa) si può alleggerire una riunione troppo lunga e regalare un po’ di divertimento e know how.
I suoi impegni di lavoro abbracciano anche il settore vino. Come vuole promuovere questo asset economico e quali strategie intende adottare per avvicinare il maggior numero di persone?
Il mio obiettivo è quello di far conoscere il vino anche attraverso attività ludiche collegate alla magica bevanda. Mike Bongiorno – compianto presentatore e grande comunicatore – attraverso i quiz ha diffuso la cultura più diversificata dal Nord al Sud. Sulla base di questo esempio vorrei portare il mio brand anche nell’ambito della politica: relazioni internazionali e interculturali.
Per aumentare visibilità e divulgazione di un brand è necessario avvalersi di un ufficio stampa?
Sì, un ufficio stampa aiuta ad aumentare la visibilità. Durante il Milano Wine Week ho incaricato un ufficio stampa a spot per la comunicazione degli eventi di wine-tainment per le cantine. Un mio business partner – Miky Degni, grafico pubblicitario e wine-painter – dipingeva con il vino rosso. In concomitanza abbiamo organizzato un live-quiz, con domande curiose create ad hoc per l’evento in questione e il target di persone presenti. Sarebbe bello avere un ufficio stampa fisso che possa accompagnare l’attività professionale in modo continuativo: perché sono già programmate iniziative nuove per l’anno 2022.