Ultima tendenza oppure ricetta antica? Amati, criticati e oggetto di dibattito tra gli esperti, gli Orange Wines o Vini Macerati sono vini di antica tradizione, rivalutati nel corso della storia come prodotti d’eccellenza.
La ri-nascita degli Orange Wines
Il pioniere della rinascita dei vini macerati è un produttore italiano, Joško Gravner. Alla fine degli anni Novanta andò controcorrente, ribaltando tutti i concetti della viticoltura di allora. Durante un soggiorno in California riscontrò la presenza sul mercato di vini uniformi e senza carattere. Decise così di cambiare rotta e di fare un viaggio nella culla del vino, la Georgia. Lì trovò la giusta ispirazione e tornando nella sua azienda vinicola a Gorizia (in Friuli) iniziò la sperimentazione con vitigni, anfore e metodi antichi. Con un gruppo circoscritto di vignaioli d’esperienza del Friuli le ha recuperate sperimentando la tecnica antica insieme a moderne conoscenze scientifiche, e raggiungendo così eccellenti livelli di produzione. Oggi in tutto il mondo si trovano viticoltori dedicati a questo prodotto d’eccellenza.
Come avviene la vinificazione e con quali differenze?
La differenza nei diversi metodi di produzione determina il colore “arancio” più o meno intenso. In sintesi, si vinifica il vino bianco come fosse vino rosso. Le uve non vengono pressate e separate subito dopo la raccolta, ma le componenti del succo, della buccia e degli acini vengono lasciati macerare insieme per un periodo variabile.
Colori intensi, dall’oro antico al topazio, dall’arancio all’ambrato
Una volta conclusa la fermentazione alcolica, si procede con il passaggio successivo dell’affinamento che avviene, a discrezione del viticoltore, in vetro, acciaio, anfora, cemento o legno A seconda del vitigno bianco utilizzato, al periodo di permanenza delle bucce e al metodo di affinamento adottato, si ottengono vini con tonalità che spaziano dall’oro antico al topazio, dall’arancio all’ambrato; i riflessi possono essere accesi, vivi e intensi, talvolta anche con una certa opalescenza, perché normalmente non vengono chiarificati e filtrati e comunque anche poco solforati.
Sentori ed aromi inusuali
Se è la prima volta che assaggiate un vino bianco macerato, il vostro naso e il palato saranno sorpresi dai sentori ed aromi. Non parliamo dei “skin-contact wines” di 20 anni fa che forse presentavano qualche difetto dovuto alle scelte sbagliate in vigna oppure alla mancanza delle norme igieniche in cantina; parliamo di profumi più intensi, maturi, vegetali e balsamici, come profumi di resina, di macchia mediterraneo, di pino ed eucalipto. Sapori più avvolgenti, più pieni con tannini accesi (che rendono la bocca secca e ruvida) e sali minerali più presenti, un insieme che aumenta il corpo del vino.
Ma attenzione, non fatevi ingannare delle vostre abitudini: non “ritrovando” certi sentori e aromi abituali, non vuol dire che dovete giudicare negativamente questi vini solo perché si discostano dai gusti tradizionali.
Avete mai riscontrato note di incenso e propoli in un vino?
Al naso avremo note di incenso, propoli, fumo, tabacco, caffè, torrone, caramello. Mentre per la famiglia dei sentori fruttati, dobbiamo immaginarci una frutta matura, disidratata, candita, cotta, sotto spirito (come per esempio la mela cotta, il limone candito, la frutta secca, la ciliegia oppure il prugno sotto spirito)… e se parliamo di un ottimo vino, ci saranno tanti altri profumi e aromi da scoprire.